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lunedì 19 marzo 2018

La Perizia Econometrica: strumento necessario per combattere gli abusi bancari

Lo straordinario potere e la spropositata forza economica delle banche conduce il cliente a sentirsi impotente, alla stregua di Davide contro Golia, e ciò, nella quasi totalità dei casi, lo fa desistere dall’attivare qualsiasi tipo di rimostranza o di rivendicazione dei propri diritti, anche nel caso abbia il forte sospetto, se non addirittura la certezza, che l’istituto di credito sia responsabile di abusi o illeciti.
Tutto questo nell’errata convinzione che contro il “Golia” di turno si rimarrà certamente soccombenti, dimenticando, invece, che Davide, nel noto episodio biblico, riuscì ad avere la meglio sul gigante solo con l’utilizzo di una fionda.
Dunque, continuando nella metafora, sarebbe importante sapere, per chiunque abbia un rapporto bancario in essere – o anche estinto, se non è ancora maturata la prescrizione – che oggi questa fionda è offerta loro non solo dalla legislazione vigente, ma soprattutto da come questa normativa è stata applicata dalla giurisprudenza, in particolare negli ultimi tempi.
E per far giurisprudenza, come si dice in gergo, occorrono le sentenze.

È possibile fornire qualche consiglio utile e di carattere generale sul come affrontare, per il correntista, una situazione di criticità, soprattutto in relazione a quelle condizioni limite in cui ci si sente stritolati dalle spire di un sistema che non lascia respiro e si teme di “perdere tutto”.
Come più volte ricordato, di fronte al fondato sospetto che gli interessi pattuiti con la banca siano maggiori di quelli normativamente stabiliti è opportuno per il cliente rivolgersi a un professionista serio allo scopo di munirsi di una perizia econometrica nella quale, all’esito di precisi calcoli, venga accertato se, nel caso concreto, si sia o meno in presenza di un contegno illecito da parte dell’istituto di credito.
Per evitare “sorprese” è però fondamentale sapere che alla luce del boom di controversie intentate contro gli istituti bancari molti professionisti o presunti tali, al fine di lucrare il più possibile sulle spalle del malcapitato “presunto usurato”, per svolgere una perizia del genere chiedano dei compensi davvero eccessivi e utilizzino metodologie di difesa sui generis che quasi mai si basano sul ricorso alla magistratura.
Ma il costo della perizia non necessariamente è proporzionale alla professionalità del soggetto a cui ci si è rivolti. Serve cautela anche su questo versante, dunque.
Non mettete la fionda (perizia e consulenza) in mano a uno dei tantissimi “nuovi professionisti del settore” perché questo strumento, se ben utilizzato (con professionalità, esperienza ed etica) nell’ambito del processo può convincere il giudice della bontà delle proprie pretese.
Ma non sempre è così perché in questo nascente e fiorente mercato ci sono player, anche stranieri, che giocano una partita che non massimizza il risultato per il cliente e soprattutto spesso non transita per le aule dei tribunali.
A questo proposito occorre stare ben attenti alle cosiddette “multinazionali delle perizie” che hanno creato, su un bisogno drammatico del cliente (soprattutto piccoli imprenditori in difficoltà economica), una catena di multilevel marketing – cioè un metodo di distribuzione di prodotti e servizi che ha la finalità di permettere a chiunque di diventare un distributore e di creare a sua volta una rete di distributori senza consistenti investimenti in denaro e/o professionalità -, ma soprattutto facendo selezione e reclutamento tra le reti di venditori-piazzisti dei più svariati settori. Con fatturati da capogiro.
Qui non si discute della qualità delle perizie (tra l’altro oggetto di attenzione da parte della magistratura) , ma ciò che ci lascia perplessi sono le tecniche commerciali, gli strumenti di incentivazione delle performance, le metodologie di enfatizzazione dei risultati e di engagement(coinvolgimento), tipiche dei settori dei beni di largo consumo (come quelli bancari).
La disperazione del piccolo imprenditore che non riesce a pagare la rata di mutuo, sebbene largamente diffusa, non è un detersivo.
La tecnica commerciale seguita da queste società di consulenza si basa sul prodotto-civetta della pre-analisi gratuita che è un ossimoro, perché la metodologia di calcolo è la stessa per due prodotti (pre-analisi e perizia) che vogliono invece presentare come “diversi”.
L’unica differenza, e qui sta l’abilità commerciale di queste grandi catene di vendita, è nel creare, per il cliente, “aspettative positive” attraverso una pre-perizia che presenta dati “leggermente ottimistici” sulla base di calcoli che tengono conto di orientamenti giurisprudenziali sicuramente non prevalenti.
Ottenuto il mandato (convincendo il cliente con la pre-perizia gratuita), questi consulenti quasi mai si confrontano poi con perizie svolte da un Ctu (Consulente tecnico di ufficio nominato da un giudice) perché nella stragrande maggioranza dei casi fanno quasi sempre in modo di arrivare a una soluzione extragiudiziale della controversia attraverso una transazione.
La loro strategia prevede infatti che i rapporti bancari possono anche essere negoziati in modo non conflittuale e ottenere vantaggi da una serrata trattativa.
Ci piacerebbe sapere, visto che manca tra i tanti dati che spesso fanno girare nelle loro brochure, anche il numero totale delle controversie giunte a sentenze.
Anche perché su questo assioma (negoziamo e trattiamo quanto dare alla banca, ma non arriviamo al confronto con il Ctu e men che meno alla sentenza) si basa un altro fondamentale asset commerciale che ci lascia quantomeno scettici: queste grandi aziende spesso offrono, nel prezzo-onorario complessivo, anche una polizza assicurativa che copre tutte le eventuali spese di soccombenza a seguito di eventuale sentenza negativa. Sempre che ci arrivassero.

A ogni modo un pacchetto offerto da queste “industrie delle perizie” (preanalisi+perizia+polizza assicurativa) costa mediamente circa 4 mila-4.500 euro, prezzo sicuramente fuori mercato anche perché deve contenere le provvigioni ai venditori-distributori (mediamente circa 500 euro per singolo cliente) della catena.
Un consiglio: per essere più sicuri fate affidamento direttamente a consulenti “indipendenti”, competenti del settore (non ex venditori di enciclopedie o di mutui), che sappiano coniugare un lavoro ben fatto con un prezzo onesto (mediamente 1.500 euro) e che soprattutto credano nella forza della magistratura.

Negli ultimi dieci anni la sensibilità nei confronti delle banche è mutata radicalmente.
Da cultura medievale del vassallaggio bancario, da figura considerata inattaccabile e facente parte dei poteri forti, si è passati a una sensibilità nei confronti del sistema ‘banca’ diametralmente opposta.
Adesso è diventata un soggetto attaccabile, non infallibile e di certo non sacro come lo si era immaginato per decenni.

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