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lunedì 13 gennaio 2020

Bordeggiando tra i colori verso una meta

E oggi vi condurrò in un bordeggio tra i colori verso un’insospettata meta! Immaginate di avere davanti la più grande tela da pittura che possiate concepire... Immaginate di osservarla e di cominciare a visualizzare quello che potrebbe essere il dipinto. Ora cercate di percepire la natura dei colori: a ciascuna sfumatura corrisponde un’emozione, un sentimento... Ci saranno pennellate arancioni come la forza creativa e la gioia. Altre blu e azzurre, come la serenità, la capacità di comunicare e la fantasia che accompagna le serate d’estate... E poi rosa, come l’amore, la fiducia e come la capacità di tirare fuori il meglio dalla realtà. Ancora ce ne saranno di viola come la capacità di espandere la propria coscienza, di avere pensieri profondi... e gialle come il calore del sole, come la propria personalità vibrante, o rosse come il desiderio, la passione, la forza vitale... O ancora verdi, come la speranza, l’appagamento, l’equilibrio. Se io chiudo gli occhi, vedo quella tela...attraversata da una sorta di onda leggermente obliqua che occupa quasi l’intera superficie sfumando dal rosa al lilla all’azzurro, che poi, nelle aree più esterne, lascia spazio a verde smeraldo, arancione, viola scuro, blu intenso, rosso e giallo...il tutto con cerchi bianchi di misure diverse, come i crateri della luna... Mi da una gran sensazione di pace, di armonia, di leggerezza e di spiritualità, senza escludere la gioia creativa della vita. Ma questa è la mia immagine personale, o forse i miei stessi colori... In ogni caso, sarà attraverso la relazione tra colori e le loro sfumature che si potrà dar forma a cieli, mare, stelle, vegetazione, che si potranno ricreare immagini e tonalità così arcaiche da evocare vibrazioni primordiali come la Terra stessa sulla quale viviamo... Saranno colori forti e decisi, come quelli dei dipinti sudamericani e dei fiori tropicali, o quelli intensi, nitidi e mediterranei come appaiono nei tipici quadri di paesaggi greci, o saranno la somma della delicatezza delle sfumature dei capolavori di Monet o della nebbia in Val Padana... Se vi soffermate a immaginare o guardare un qualsiasi paesaggio della Natura, che sia un prato, un monte, un fondale marino, una foresta o un tramonto, saranno proprio le quantità di diverse tonalità e sfumature a rendere quell’immagine completa, nitida, ricca... abbacinante per la sua bellezza!!! ...e quanti più colori vi saranno, tanto maggiori saranno la vividezza e le cose che attireranno la nostra attenzione e il piacere del nostro guardare. Ma se la tela fosse così grande da aver bisogno non di pennellata, ma di persone per essere coperta di colore? E se quei colori non fossero dati tanto dalle tinte degli abiti, dei capelli o della pelle, ma dal colore delle proprie emozioni, dei propri sentimenti? Creatività, fiducia, collaborazione, sostegno, accoglienza, amore, speranza, cura, apprendimento, sperimentazione, complementarietà, armonia, crescita, inventiva, condivisione, informazione, solidarietà, difesa dei diritti, rispetto, comprensione, amicizia, passione, allegria, gioia, euforia, arte, comunicazione, divertimento, espressività, libertà, fratellanza, guarigione, contemplazione, reciprocità, poesia, musica, danza, competizione, competenza, impegno... Mamma mia! Avete idea di quante e quante e quante sfumature ci sarebbero? Saremmo come pixel colorati di un enorme monitor! Se seguiamo questo parallelo, ossia che ciascuno di noi rappresenta un punto colore all’interno della propria società, possiamo percepirci come una splendida quanto caotica euforia di coriandoli colorati e disordinati. Allo stesso modo di quanto avviene su un monitor, però, a seconda della percentuale di punti colore di uno stesso tipo, avremo una tonalità dominante sullo schermo. E soprattutto dove si formano immagini definite, i punti colore di uno stesso tipo saranno necessariamente numerosi e ravvicinati. E tutto ciò, ovviamente, senza mai divenire un unico colore, perché allora, perderemmo qualsiasi immagine e profondità, che come si è detto, sono frutto della differenza. Se avete seguito il mio ragionamento fino a qui, e se avete presente che in origine ho parlato di colori come emanazioni di sentimenti e emozioni, non vi sarà affatto difficile comprendere che i punti colore saranno assolutamente variabili e per nulla immutabili. Restando nel linguaggio collettivo, possiamo pensare a quando si dice “un mondo tinto di rosa” o “rosee prospettive” per indicare la visione possibilista di una situazione positiva, armoniosa, feconda, piacevole, ricolma di speranza, una primavera nel suo divenire. Certamente con uno stato d’animo “rosa”, saremmo tutti portati a una maggior apertura verso il futuro, verso la collettività, verso il sorriso: avremmo la serenità e la fiducia sufficienti a non farci sentirci sopraffatti dalle bollette o dall’incombere degli eventi. A quel punto, se la maggior parte delle persone non vivesse nell’ansia e nello stress, non peserebbe sulla vita degli altri portando loro ulteriore ansia o stress, ma avrebbe anzi la forza e il coraggio necessari per stimolare anche chi è in un momento di debolezza a trovare il proprio rosa sentimento di speranza. E dalla sfumatura rosa, in modo contagioso, fiorirebbero altre rosee emozioni, perché, torno a dire, il punto fondamentale è che le emozioni non sono statiche, quindi noi non siamo statici nel nostro sentire e nel nostro risplendere, e quindi i nostri stessi colori sono assolutamente mutevoli. Di conseguenza, quale somma dei nostri colori, la società stessa è mutevole. Torniamo alla nostra famosa tela: ormai dovremmo aver costruito in noi un’immagine-ideale vivida e coloratissima. Trasponiamola sul monitor. Immaginiamo che, improvvisamente e in modo disordinato, comincino a far capolino pixel neri e che questi pixel neri cominciassero a fiorire e a crescere in misura e in numero come macchie di leopardo, sempre più grandi, sempre più vicine. Vedremmo sparire poco a poco tutti i colori, anche i più belli. Vedremmo sparire poco a poco, tutte le emozioni, anche le più belle. Vedremmo sparire poco a poco, tutti i migliori sentimenti. Il nero diventerebbe dominante, soffocante, totale. E non ci sarebbero più sfumature, immagini, vitalità. Il nero in questione è il colore osceno della paura, della sfiducia, dell’impotenza, della caduta, della chiusura, dell’assenza di luce interiore, della rivalsa, della prepotenza, dell’egoismo, della prevaricazione...è il colore di tutto ciò che può, semplicemente e amaramente, manifestarsi come odio. Ora, è verissimo che in certe situazioni, la nostra fragilità umana ci fa scivolare con estrema facilità nell’onda del sospetto, della sopraffazione, della apparente necessità di controllare e difendere ogni cosa a ogni costo... ma in tutti questi casi, se noi ci lasceremo prendere da questo sentire, saremo noi stessi uno dei troppi pixel neri che ricoprono l’esistenza. Anche se può essere difficile, anche se può sembrare solo una simpatica interpretazione della realtà, la mia, di fatto non costa nulla cercare di prendere coscienza delle nostre emozioni e cercare di liberarle dal nero che ci appartiene per lasciar emergere tutti gli altri colori della nostra Umanità... E se è vero - e che è vero lo possiamo verificare tutti, con un po’ di attenzione a quanto ci circonda - che gli stati d’animo e l’ambiente si influenzano reciprocamente, non ci resta che assumerci la responsabilità di accettare che il colore e la sostanza della società sono il frutto della somma di tutti i suoi elementi. Per questo motivo tutti dovremmo volontariamente assumerci il compito importantissimo di decidere di quali colori risplendere, sforzandoci di trasformare ogni volta quel malessere che ci trascinerebbe così facilmente ad esprimere odio, disprezzo, superiorità facendoci diventare complici di quel nero osceno che potrebbe inghiottirci tutti.

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