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domenica 13 maggio 2018

Mal di gola con le placche? Non sempre servono gli antibiotici

Il mal di gola con le placche non si deve curare con gli antibiotici se, prima, non ci si è sottoposti a un tampone per verificare la presenza dello streptococco beta emolitico di gruppo A. Solo se ci si è sottoposti al tampone, e solo se il risultato è positivo, si può procedere con l’assunzione degli antibiotici. A spiegarlo sono i medici dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che spiegano che, in ogni caso, in caso di mal di gola va sempre evitato il “fai da te” ed è bene invece affidarsi ai consigli del pediatra.

Evitare terapie inutili

Le precisazioni in merito a mal di gola e uso di antibiotici arrivano dalle pagine di “A scuola di salute“, il magazine digitale realizzato dall’Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell’Adolescente: sebbene la presenza di materiale biancastro sulle tonsille possa essere indizio di un mal di gola di origine batterica che necessita di antibiotici per essere curato, “le placche non sono sinonimo di streptococco e possono comparire anche in occasione di infezioni virali come, ad esempio, la mononucleosi”, contro le quali gli antibiotici non svolgono alcun effetto. Di conseguenza, ribadiscono gli esperti, “se ci sono placche sulle tonsille non bisogna mai iniziare la terapia antibiotica senza prima aver verificato la presenza dello streptococco con un tampone”. Il rischio, altrimenti, è di assumere farmaci senza motivo.

I mal di gola di origine batterica

Il mal di gola, spiegano i medici del Bambin Gesù, nella maggioranza dei casi ha origine virale e non necessita di alcun trattamento. Le uniche faringotonsilliti che richiedono terapia antibiotica sono quelle di origine batterica, causate dallo streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEGA).  L’antibiotico di scelta è sempre l’amoxicillina, da assumere per bocca per 10 giorni. “La terapia antibiotica deve iniziare entro 9 giorni dal manifestarsi del mal di gola, ma non prima di aver eseguito il cosiddetto tampone, l’esame microbiologico del cavo faringeo”.

Come si esegue il tampone

Il tampone che rileva l’eventuale presenza dello streptococco beta emolitico di gruppo A viene effettuato sfregando energicamente tamponi simili a grandi cotton-fioc all’interno della gola, precisamente sull’orofaringe e sulla superficie di entrambe le tonsille.

Le infezioni da streptococco

Lo streptococco è un batterio di forma sferoidale (cocco) di cui esistono vari tipi, molti dei quali non provocano malattie. Altri, invece, proprio come accade nel caso dello streptococco beta emolitico di gruppo A, possono causare infezioni anche gravi tra cui faringotonsilliti, otiti, meningiti, polmoniti, endocarditi (infezioni della cavità interne o delle valvole del cuore). Anche la scarlattina, la malattia reumatica e la glomerulonefrite (infiammazione dei glomeruli renali, le strutture del rene deputate alla filtrazione del sangue) sono causate dallo streptococco beta emolitico di gruppo A: in tutti questi casi è  invece fondamentale sottoporsi a terapia antibiotica in grado di debellare il batterio responsabile dell’infezione (sempre dopo essersi consultati con il medico).

La malattia reumatica

La malattia reumatica è una complicazione che può insorgere dopo un’infezione da streptococco beta emolitico di gruppo A. E’ una malattia infiammatoria acuta che colpisce soprattutto soggetti di età compresa tra i 5 e i 15 anni, mentre è molto rara al di sotto dei 3 anni. Si manifesta con febbre, dolori e gonfiori articolari e può interessare anche il cuore, colpendo le valvole cardiache e il sistema nervoso centrale, causando movimenti involontari soprattutto degli arti (la corea di Sydenham, comunemente nota come “Ballo di San Vito”).

Come utilizzare gli antibiotici

I medici del Bambin Gesù ribadiscono l’importanza di una corretta assunzione degli antibiotici ricordando alcune semplici regole (che valgono per i bambini, ma funzionano anche per gli adulti):

  • assumerli soltanto su prescrizione medica;
  • usarli solo per curare le infezioni causate da batteri;
  • rispettare il dosaggio prescritto dal medico;
  • consultare il medico di fiducia o il pediatra in caso di errori nell’assunzione (in particolare il sovradosaggio)

E ricordare che gli antibiotici non sono efficaci contro le infezioni causate da virus come i normali raffreddori o l’influenza  e non prevengono eventuali sovrainfezioni batteriche.

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