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martedì 3 aprile 2018

La compassione vaisnava

Gli atti di compassione vaisnava sono preziosi anche se apparentemente non al livello della trascendenza.

I puri vaisnava si prendono seriamente cura degli altri. Sentono la sofferenza altrui nel profondo del loro cuore. Il loro più grande desiderio è che le persone non soffrano più, una volta per tutte, e dunque le aiutano a tornare da Dio. Finché le persone non si ricollegheranno con Sri Krishna e sapranno come agire nella loro vita per servirLo, non otterranno mai la vera felicità, libera dalla sofferenza.

Poiché i vaisnava tendono a compiere l’atto più compassionevole, quello di condurre le persone verso il Signore, possono ragionevolmente giustificare il loro coinvolgimento in atti compassionevoli e caritatevoli di natura più ‘mondana’?

Innanzitutto diamo un breve sguardo alla parola ‘compassione’. Secondo il dizionario inglese Oxford, la compassione è ‘il prendere a cuore le sofferenze altrui’. Altre definizioni aggiungono che per essere vera compassione, questo sentimento deve portarci ad agire. In effetti, troviamo diversi concetti riguardo la compassione, alcune persone sostengono che si tratta di una risposta emotiva, mentre altri affermano che si tratta di qualcosa che va oltre le emozioni.

La tradizione vedica possiede molte parole e frasi per descrivere le sottili sfumature della compassione: misericordia, pietà, il desiderio di alleviare il dolore e le difficoltà degli altri, l’inclinazione a trattare gli altri come vorremmo essere trattati noi stessi. Alcune parole descrivono un certo stato mentale dopo aver visto e compreso il dolore e la sofferenza degli altri. La letteratura vedica ha molti riferimenti alla compassione che si trovano negli insegnamenti dei grandi vaisnava nella linea di Sri Caitanya.

Srila Bhaktivinoda Thakura (1838-1914), ad esempio, era il più eminente erudito vaisnava del suo tempo. Era il padre di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura, lui stesso una grande guida spirituale e maestro spirituale dell’acarya fondatore dell’ISKCON, Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Srila Bhaktivinoda Thakura scrisse nella sua opera Tattva Viveka, Tattva Sutra e Amnaya Sutra: Una completa Esposizione della Realtà Spirituale (Sri Gaudiya Math, 2001):

Coloro che pensano che la devozione verso Dio e la bontà verso le jiva [anime] siano differenti l’una dall’altra, e nella loro vita si comportano di conseguenza, non saranno in grado di seguire la cultura della devozione. Il loro agire sarà solo una parvenza di devozione. Quindi, ogni tipo di beneficenza verso gli altri, come la gentilezza, la cordialità, il perdono, la carità, il rispetto e così via, sono inclusi nella bhakti. Le azioni di rispetto, di cordialità e di gentilezza sono la forma stessa dell’amore e sono parte caratteristica della bhakti: la carità nel distribuire medicine, abiti, cibo e acqua, riparo in caso di calamita’, educazione spirituale, ecc. sono attività incluse nella cultura devozionale.

Nella Bhagavad-gita (1.28) Arjuna dice: “Caro Krishna, nel vedere i miei amici e parenti schierati davanti a me con uno spirito bellicoso, sento le mie membra tremare e la mia bocca seccarsi”. Srila Prabhupada commenta:

…Vedendo i parenti e gli amici sul campo di battaglia, Arjuna si sentì invadere da una profonda compassione per tutti loro, così decisi a lottare gli uni contro gli altri. Fin dall’inizio egli è pieno di compassione verso i propri soldati, ma ora prova pietà anche per i soldati del campo nemico, dei quali prevede la morte imminente . … E’ facile immaginare….che egli pianga di pietà. Questi non sono sintomi di debolezza, ma della sensibilità d’animo che caratterizza il puro devoto del Signore…

Sebbene Krishna abbia quindi esortato Arjuna a combattere, il commento di Srila Prabhupada sulla ‘sofferenza’ nel contesto del tema della compassione è importante.

Srila Krishnadasa Kaviraja Goswami, l’autore della Sri Chaitanya-caritamrita, elenca le ventisei qualità di un vaisnava. Tra le altre qualità, i devoti agiscono a beneficio di tutti e sono amichevoli, misericordiosi, rispettosi, magnanimi, gentili con tutti e equanimi con tutti. Quanto è compassionevole un vaisnava!

Durante una conferenza in Kazakistan, Niranjana Swami ha parlato della compassione vaisnava:

Questo intero tema viene sviluppato partendo da una frase del Nettare della Devozione che spiega che non si dovrebbero mai creare difficoltà inutili agli essere vivente. Questo è un principio della coscienza di Krishna che ogni vaisnava dovrebbe aspirare a raggiungere perché, come diciamo ogni giorno:

vancha-kalpatarubhyash cha

kripa-sindhubhya eva cha

patitanam pavanebhyo

vaishnavebhyo namo namah

Offriamo i nostri omaggi ai vaisnava, i devoti del Signore, che sono pieni di compassione per le anime condizionate. Essere compassionevoli nei confronti degli altri è una qualità molto importante per un vaisnava. E uno dei sintomi di questa compassione è che un devoto non può tollerare di vedere gli altri soffrire.

Srila Bhaktivinoda Thakura scrive nel suo Jaiva Dharma,

Un sentimento umano naturale, la compassione, trova la sua massima espressione nelle azioni dei devoti del Signore. Il sentimento di tenerezza che si prova nei confronti di Krishna è detto bhakti. Tutte le altre jiva sono servitori di Krishna. Quando si prova tenerezza nei loro confronti, questo sentimento è detto daya, compassione. Pertanto, la compassione è inclusa nella bhakti.

Nella sua rivista Sajjana-toshani scrisse:

La compassione verso gli esseri viventi è di tre tipi. La compassione nei confronti del corpo degli esseri viventi è annoverata tra le attività pie. Distribuire cibo gratuito agli affamati, dare medicine alle persone malate, acqua alle persone assetate e abiti a persone che sono afflitte dal freddo sono tutte attività nate dalla compassione nei confronti del corpo. Dare educazione gratuitamente nasce dalla compassione nei confronti della mente degli esseri viventi. Ma il più alto tipo di compassione riguarda l’anima degli esseri viventi. Da tale compassionevole propensione, si produce l’entusiasmo di liberare le anime cadute dalle sofferenze dell’esistenza materiale elargendo loro il servizio di devozione a Krishna.

Nel 1974 Srila Prabhupada, dalla veranda fuori dalla sua stanza a Sri Mayapura-dhama, vide un gruppo di bambini del luogo che litigavano con dei cani randagi per avere del cibo. Jayapataka Swami ricorda:

Quando Prabhupada vide che dei bambini stavano litigando con dei cani per procurarsi del cibo, iniziò a piangere. Le lacrime scendevano sul suo viso e disse: “Quanto devono essere affamati.” Chi si poteva abbassare a quel livello, di litigare con dei cani per mangiare qualcosa che altre persone avevano gettato via? Prabhupada fu così toccato dal vedere quei bambini affamati che disse: “Dobbiamo fare in modo che nessuno nel raggio di dieci miglia del tempio abbia fame. Tutti dovrebbero avere cibo da mangiare.” Fu allora che venne creato ISKCON Food Relief, che in seguito divenne Food for Life. Prabhupada voleva un programma regolare di distribuzione di prasadam e lo distribuivamo sette giorni la settimana. (da Aneddoti di un santo dei tempi moderni, Vol. 1)

Il messaggio di Srila Prabhupada era chiaro, e in breve i devoti di Krishna furono ispirati a creare una rete mondiale di cucine, mense, furgoni e servizi mobili.

Da questi inizi si sono sviluppate attività come Food for Life che fornisce assistenza alimentare in tutto il mondo, e che ha dato alla ISKCON un ampio riconoscimento nella società. Il programma serve due milioni di pasti prasadam al giorno e aiuta a livello mondiale durante le crisi e le calamità naturali, questo fa di Food for Life una delle più grandi organizzazioni di soccorso alimentare del mondo. E il cibo distribuito è prasadam, è cibo santificato, che porta benefici trascendentali.

Attività di beneficenza di Food for Life

Ecco alcuni esempi di attività di Food for Life:

Nella zona di guerra di Sarajevo, in Bosnia-Erzegovina, durante i tre anni del conflitto, negli anni 90, i volontari di Food for Life hanno visitato ospedali, orfanotrofi, rifugi, case per anziani e istituti per bambini disabili, distribuendo oltre venti tonnellate di cibo.

Nel suo articolo “Grozny Journal: Krishna Cast Bread on Roiling Waters in Russia” (12 dicembre 1995), Michael Specter, un reporter del New York Times ha notato l’incredibile lavoro compassionevole di Food for Life a Grozny, in Cecenia durante la guerra:

Qui hanno una reputazione simile a quella di Madre Teresa di Calcutta: non è difficile trovare persone che giurano che essi sono dei santi. In una città piena di falsità, avidità e corruzione, i devoti di Krishna danno dei generi di conforto. Ogni giorno servono più di 1.000 pasti caldi, tanti quanti ne distribuisce qualsiasi altre organizzazione della città.

“Qualsiasi cosa facciano, Dio li aiuta”, ha detto Raisa Malocheva, 72 anni, che è stata a Grozny per ogni giorno dello scorso anno, quando la città è stata praticamente rasa al suolo. “Sono le uniche persone rimaste nella mia vita su cui posso contare.”sentendo queste parole, almeno due decine di persone in attesa del pranzo hanno applaudito.

[…]

“Queste persone ne hanno passate abbastanza”, ha detto Viktor Makarov, 31 anni, un giovane membro della coscienza di Krishna originario di San Pietroburgo, che vive a Grozny da sei mesi. “Sono distrutti, hanno veramente bisogno che noi diciamo loro di guardare il lato positivo delle cose.”

Mentre scrivo queste righe [2016], un meraviglioso esempio di compassione vaisnava si sta verificando nella città di Donetsk in Ucraina, devastata dalla guerra. Quando Kishora Gopala Dasa, Yutheshvari Dasi e altri devoti del tempio ISKCON di Donetsk hanno assistito in prima persona al deterioramento della situazione, hanno deciso che dovevano fare qualcosa per diffondere la misericordia di Krishna.

“Vedevamo delle cose orribili attorno a noi”, dice Yutheshvari. “Le persone cominciarono a uccidersi a vicenda. Abbiamo capito che dovevamo agire. Ma era pericoloso distribuire i libri o uscire in harinama. Quindi abbiamo deciso di distribuire il prasadam.”

Ora preparano e distribuiscono il prasadam a 600-800 persone al giorno.

In una lettera a Satyahita Dasa, il 16 marzo 1974, Srila Prabhupada scrisse:

Ora sono particolarmente desideroso di distribuire cereali, riso, grano sotto forma di dahl e riso prasadam alle persone affamate in tutta l’India. La gente qui è molto afflitta perché, in parte a causa della punizione della Natura, e in parte a causa della cattiva gestione delle persone demoniache, il cibo non è disponibile. Se le persone non hanno nemmeno cibo sufficiente, non saranno nemmeno in grado di ricevere delle istruzioni spirituali. Quindi sono fiducioso che se potremo distribuire ampiamente dei prodotti alimentari gratuiti alla gente dell’India, distribuendoli nei nostri centri e partendo per i villaggi, conquisteremo l’intero paese e il mondo intero con questa attività per conto di Krsna.

La parte finale della sua lettera è particolarmente rilevante per questo articolo, in quanto mostra che l’acarya fondatore dell’ISKCON pensava che la distribuzione di prasadam avrebbe conquistato il mondo intero e considerava la distribuzione di prasadam non come un atto di compassione isolato, ma collegato al più grande obiettivo di riportare le persone a Krishna.

Atti quotidiani di compassione

Gli esempi citati sopra sono ovviamente ‘su larga scala’, ma i vaisnava possono anche mostrare compassione nelle loro vite quotidiane. Ho visto uno di questi esempi durante la mia ultima visita a Sri Mayapura-dhama. Ho notato un gruppo di visitatori piacevolmente sorpresi che osservavano una devota che si stava chinando a raccogliere teneramente un’enorme bruco verde brillante che attraversava lentamente il trafficato sentiero. Le ho chiesto se avesse bisogno di aiuto, ma lei ha risposto di no e mi ha mostrato il bruco. Con un sorriso angelico, ha commentato riguardo il suo ‘dolce aspetto’ e di come fosse stata preoccupata che sarebbe stata calpestato. E’ stato un atto così semplice, eppure tutti quelli che l’hanno osservata sono stati sicuramente colpiti dalla compassione che aveva dimostrato. Sono sicuro che se ne sono andati con l’impressione positiva di come un vero vaisnava prova sempre compassione, fosse anche per un insignificante bruco.

Nell’affascinante libro di Mukunda Goswami, Inside the Hare Krishna Movement, Maharaj cita un editoriale dell’ex giornale Hare Krishna World (gennaio / febbraio 1995): “I devoti non sono destinati a vivere in torri d’avorio, ritirandosi dal mondo e dedicandosi esclusivamente al raggiungimento della salvezza ultraterrena. Dobbiamo dimostrare al pubblico che possiamo portare benessere nelle loro vite, individualmente e collettivamente. Se qualcuno chiede: “Cosa ci guadagno?” dobbiamo avere delle risposte soddisfacenti. ”

Il coinvolgimento dei devoti nel mondo è stato drammaticamente dimostrata a Sukhumi, in Georgia, dopo le grandi atrocità dei primi anni ’90. Per più di un anno Mayuradvaja Dasa ha abilmente guidato i devoti nel fornire cibo per le vittime della guerra, inclusi gli anziani, i giovani e gli infermi. Questi devoti generosi hanno rischiato la vita per fare in modo che almeno i più deboli avessero del cibo. Nel 1995 l’allora presidente del tempio di Sukhumi, Raghava Pandita Dasa, è stato assassinato. Il sindaco e molti altri funzionari di spicco della città lo hanno elogiato pubblicamente e hanno organizzato una grande cerimonia funebre pubblica per lui, tale era l’alta stima con cui i devoti venivano tenuti da tutta la comunità, in gran parte per i loro atti di generosa e coraggiosa compassione.

Le attività compassionevoli della ISKCON possono aumentare l’apprezzamento della pubblica opinione. Indubbiamente alcune persone saranno inclini a saperne di più della ISKCON e di Krishna, che ispira i devoti a compiere atti altruistici. Quindi, non solo gli atti di compassione aiutano chi ne ha bisogno, ma aiutano anche più persone a conoscere gli insegnamenti di Srila Prabhupada e a tornare a Krishna. Questa è la più grande compassione e il fine ultimo del nostro movimento.

La carità nelle tre modalità della natura

Ovviamente dobbiamo essere consapevoli delle tre modalità della natura in relazione a qualsiasi intenzione caritatevole. Dare carità a chi la userà in un modo improprio si dice sia nella modalità dell’ignoranza (tamo-guna). Dare carità con l’aspettativa di ricevere qualcosa in cambio, o dare con riluttanza per senso di dovere, è nella modalità della passione (rajo-guna). Dare carità senza pensare a “cosa ci guadagno?”, dare con rispetto, nel momento e nel luogo giusto, e ad un degno destinatario è un atto nella modalità della virtù (sattva-guna). Quindi per un vaisnava è essenziale essere attenti al tempo, al luogo e alle circostanze quando si compie un atto caritatevole.

Niente di tutto questo riduce in alcun modo l’importanza dell’obiettivo più elevato, quello di aiutare le persone a tornare a Krishna. Questa è la più grande compassione del vaisnava. Mantenendo gli insegnamenti di Srila Prabhupada chiaramente al centro di tutto quello che facciamo, possiamo conseguire quell’obbiettivo in modi diversi, anche nei nostri atti più mondani e compassionevoli. Essere sinceramente compassionevoli nella nostra vita quotidiana non può che aiutarci a realizzare questo obiettivo finale. Questo può includere qualcosa di semplice come anche sorridere a uno sconosciuto.

La ragione per la quale Srila Prabhupada non voleva che i suoi primi devoti fossero distratti da molte attività è comprensibile, ma ora l’ISKCON è un’organizzazione immensamente più grande, con migliaia di devoti in tutto il mondo, e quindi con una maggiore capacità di impegnarsi attivamente nella società a diversi livelli. Grazie alle attività compassionevoli in cui oggi sono impegnati molti devoti, sempre attenti al tempo, al luogo e alle circostanze, le glorie della visione di Srila Prabhupada stanno raggiungendo molti più milioni di persone di quelle che potrebbero altrimenti essere raggiunte.

Un vaisnava può mostrare compassione a molti livelli, con la distribuzione del Santo Nome, dei libri e del prasadam, e compiere altri atti di gentilezza per alleviare la sofferenza degli altri. Chiudo con questa bellissima citazione di Srila Bhaktivinoda Thakura:

Bisogna essere misericordiosi e non causare ansietà agli essere vivente. Il cuore dovrebbe essere sempre pieno di compassione per gli altri. Mostrare misericordia a tutti gli esseri viventi è uno degli aspetti del servizio devozionale.

Mayapur-shashi das

(Mayapur-shashi das è un discepolo di Sua Santità Keshava Bharati Goswami, ed è un ufficiale britannico che vive a Taiwan)

(da Back to Godhead May/June 2016)

* http://www.nytimes.com/1995/12/12/world/grozny-journal-krishnas-cast-bread-on-roiling-waters-in-russia.html

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