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mercoledì 14 febbraio 2018

Il mondo a portata di occhi

Una delle attrazioni più frequentate dell’edizione 2017 del Marker Faire tenutasi a Roma dal 1 al 3 dicembre 2017 riguarda gli stand dove si sperimentava la realtà virtuale.
La realtà virtuale ha moltissime possibilità, l’abbiamo vista applicata al gioco, all’esplorazione del mondo e dei musei più famosi.

Allo stand Eni, main sponsor per il quarto anno consecutivo della manifestazione, la realtà virtuale si trasforma in uno strumento didattico per addestrare tecnici e operatori che operano nelle strutture dell’azienda.

In particolare in questa edizione la multinazionale si è concentrata sui temi dell’innovazione e della digitalizzazione applicati all’ambito Health&Safety (Salute e Sicurezza) e abbiamo potuto vedere il training in Virtual Reality (VR) attraverso l’Operator Training System (OTS).

In pratica due operatori indossano un caschetto e si muovono all’interno di una centrale Eni fedelmente riprodotta, in una simulazione di addestramento che permette di apprendere le procedure operative di gestione degli impianti e delle eventuali situazioni critiche.

E’ facile comprendere la rivoluzione di questo sistema: non è più importante che l’addestratore e chi deve imparare siano vicini fisicamente, lo saranno nella realtà virtuale dove anche le barriere linguistiche possono essere abbattute dal “vedere” dove si mettono i piedi. 

Casco, guanti e maglietta: i wearable devices che ti salvano la vita

La collaborazione tra Eni e il MIT di Boston ha dato vita a un’importante progetto che mettendo insieme Machine Learning, Internet of Things, Intelligenza Artificiale, Realtà Aumentata ed Elettronica flessibile potrà contribuire a risolvere le sfide importanti in tema di salute e sicurezza dei lavoratori che operano all’interno di imprese dell’energia, migliorare la qualità di vita e prevenire malattie e infortuni.

Scrive Eni: “Nell’industria energetica del futuro queste tecnologie permetteranno ai lavoratori di essere più consapevoli dei rischi dell’ambiente di lavoro e più resilienti, grazie a soluzioni wearable avanzate che miglioreranno i loro sensi e aumenteranno la loro abilità nel prevenire gli incidenti”.

Nello spazio Eni al Maker Faire abbiamo potuto ammirare alcuni prototipi: un casco, anzitutto, il Deep Vision Shield, che attraverso sensori incorporati ultraleggeri e miniaturizzati raccoglie i dati provenienti dall’ambiente circostante (aria, luce, rumore). Registra inoltre i dati sullo stato di salute dell’operatore (ad esempio disidratazione), rendendoli disponibili, sempre all’interno del casco, grazie a un sistema di Realtà Aumentata. Fornisce inoltre una protezione attiva grazie a materiali intelligenti e avanzati per la prevenzione di traumi e pericoli sul lavoro.

E se non basta il casco ecco gli Active Glove, i guanti che attraverso sensori flessibili e miniaturizzati rilevano pericoli nelle vicinanze, quali superfici calde o alta tensione, e ne danno avviso all’operatore. Inoltre, il tecnico che li indossa può controllare a distanza i droni semiautonomi per la Robotic Inspection.

I Robot Inspection sono piccoli droni miniaturizzati che, controllati dall’operatore, possono entrare in ambienti pericolosi per l’uomo, magari perché invasi da gas tossici. Il drone analizza l’aria e permette di “vedere” lo spazio esaminato mandando le immagini raccolte attraverso telecamere ad alta definizione.

E ancora, se non bastano il casco e i guanti, ci sono anche la maglietta e le calze Sensing Suit. Attraverso l’utilizzo di sensori flessibili incorporati la maglietta monitora i segnali biologici dell’operatore tra cui temperatura corporea, frequenza cardiaca, idratazione e respirazione.

La t-shirt “intelligente” viene prodotta in due diverse versioni per fornire comfort termico sia in ambienti molto caldi che molto freddi: nei primi il materiale adattabile permette di far raffreddare l’epidermide mentre nei secondi l’aerogel fornisce un eccezionale isolamento termico. Le calze controllano invece la temperatura dei piedi per evitare congelamenti.

Sicurezza anche nella guida

In occasione del Maker Faire 2017 Eni, ACI e la Rivista Energia hanno promosso My Sustainable City, un contest per “individuare, supportare e diffondere la realizzazione di soluzioni tecnologiche innovative nell’ambito della mobilità sostenibile”.

A vincere i tre premi messi in palio dai promotori – un pacchetto ospitalità al GP di Monza di Formula 1, un pacchetto di lezioni di guida sicura e un abbonamento annuale alla Rivista Energia – sono stati gli ideatori di Smartphoners, una community che premia chi guida rispettando i limiti di velocità, senza parlare al cellulare e in generale guida in modo responsabile. Smartphoners è anche un’app navigatore che ci monitora nel viaggio e che se facciamo i bravi ci premia con buoni benzina.

In un anno 25.000 persone hanno scaricato Smartphoners percorrendo 2.700.000 chilometri senza toccare il cellulare mentre guidavano.

Se si tiene conto che, come ha dichiarato a Repubblica il Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato Roberto Sgalla: “è difficile quantificare il fenomeno, ma possiamo dire senza dubbio che il 30% degli incidenti ha come causa o concausa la distrazione. L’evoluzione degli smartphone insomma ci deve far riflettere”, la nuova app per la guida sicura ha evitato almeno 20 incidenti gravi e ha fatto risparmiare alla comunità 184.000 euro.

 






Foto di Angela Prati scattate al Maker Fair di Roma – 1 dicembre 2017

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