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sabato 30 novembre 2019
Notturno - RadioFABIO -byLetteralMENTE
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venerdì 29 novembre 2019
giovedì 28 novembre 2019
Numbers Stations
Secondo appuntamento dallo Studio 5 Monte Baldo. Tra le mie passioni, forse lo sapete già, c'è la Radio, in ogni sua forma ed espressione, oggi vi porto in un mondo davvero misterioso, le Numbers Stations sulle onde corte. Buon ascolto
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mercoledì 27 novembre 2019
martedì 26 novembre 2019
lunedì 25 novembre 2019
venerdì 22 novembre 2019
giovedì 21 novembre 2019
mercoledì 20 novembre 2019
martedì 19 novembre 2019
Prima Diretta Gabriele
Con la puntata di oggi dove vi propongo una interessante presentazione di una pubblicazione promossa da Italradio assieme ad un ospite, Paolo Morandotti di Italradio per un evento previsto giovedi 21 novembre a Firenze, infine un interessante laboratorio di giornalismo radiofonico per giovanissimi a Bologna.
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Piante Acidofile
Piante che reagiscono in modo differente al normale terriccio Cosa fare e non fare
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lunedì 18 novembre 2019
11 Settembre e non solo...
Era l’11 settembre del 2001 Io non so di chi sia stata la responsabilità di quel giorno così buio della Nostra Storia, i cui effetti di disumanizzazione si stanno propagando ancora e sempre più, amplificati nel tempo ... La parte di notizia di cui mi fido è quella che racconta di quasi 3000 Persone vittime di quell’incommensurabile tragedia...ma non so quante altre Persone furono testimoni di quegli eventi: so comunque che la vita di ciascuno di noi, in un modo o nell’altro, è stata segnata, se non altro dalle decisioni politiche che si sono succedute nel tempo. Ma ora, vorrei soffermarmi in quel tempo tremendo, statico, irreale immediatamente successivo alle esplosioni, quel tempo la cui pesantezza, lentezza e intensità non ci è nemmeno dato di immaginare, fortunati noi... Quei momenti in cui nessuno dei tuoi riferimenti è accessibile, raggiungibile, identificabile... Urla, fumo, paura, orrore, incredulità, confusione, disorientamento, sangue, preoccupazione per chi non si trova, per chi non si raggiunge, ferite, dolore fisico, preoccupazione per chi si ama, impossibilità di comprendere quanto accaduto, di intuire la sua portata... “Quanti siamo in questo inferno?” “Cos’è successo?” “E’ solo qui?” “La mia casa...la mia casa...è esplosa anche la mia casa?” “La mia collega...era qui...” “Mio figlio...devo avvisare mio figlio...il telefono ...dov’è?” “Aiutatemi...” “Non vedo nulla...” “Mamma...!” “Alzati, ti prego, alzati...” “Non lasciarmi solo...ho paura” “Chi sei? Non ti riconosco...chi sei?” “Cosa facciamo? cosa facciamo...?” “Sono intrappolata...aiutatemi...vi prego aiutatemi...” “Di qua...di qua...si esce di qua..” “E’morto...è morto...” “Mia figlia...ditele che la amavo...” Io, lo ammetto, ho paura a cercare di immaginare oltre, di cercare di vedere le espressioni di quei visi, di sentire l’odore di carni che si cuociono tra le fiamme, di assaggiare la paura, di ibernare le emozioni per cercare tra le fiamme e le macerie i corpi di chi mi fosse stato accanto pochi istanti prima... Non avere risposte, non sapere se quello che stava capitando a me, avesse colpito l’intera città, o il mondo intero... Come vi sareste sentiti, voi, lì, così... Voi ce la fate a lasciare libero il vostro immaginario e a seguire le immagini dentro la vostra testa senza temere di esserne sopraffatti? Eppure...per noi...noi fortunati...sono solo immagini. Fantasie. Comunque, riprendiamo. Quelle persone così atterrite, disperate, spaventate e confuse, quelle che si sono salvate, ovviamente, sono riuscite in qualche modo ad uscire da quelle trappole letali...certamente distrutte interiormente, certamente sotto shock, certamente diverse e per sempre da quando erano entrate nelle Torri Gemelle per affrontare la consueta routine giornaliera. In quello stato di annichilimento, prive quasi di coscienza, desiderose solo di non sapere, non pensare, non vedere... Chi di noi non avrebbe voluto portare conforto a chi era vittima di quello strazio? Chi di noi non ha sentito vibrare nella propria pelle, nelle proprie viscere il terrore e la gratitudine quasi vergognosa per aver avuto la fortuna di non essere là in quel momento? Chi di noi non avrebbe fatto qualsiasi cosa ci fosse chiesta per lenire e tamponare quel dolore e quello sgomento che percepivamo quasi nostro? Ci siamo sentiti tutti così vicini, così violati, così uniti...così umani! Forse abbiamo “assaggiato”, passatemi il termine, quel concetto che echeggia sommessamente a ricordarci che non siamo divisi, ma siamo UNO... Si diventa piccoli, quando si soffre...si torna bambini e si cerca una protezione forte, qualcuno cui affidarsi che ci guidi, ci protegga e ci dica che non dobbiamo preoccuparci più...che tutto è finito...e lo sappiamo bene quanto siamo vulnerabili quando si soffre davvero. In quei momenti, si è in balia di chiunque faccia il gesto di accogliere, di guidare, di risolvere... E se fra i soccorritori...non ci fossero state tutte brave persone? Se ci fossero stati traditori, ingannatori, sfruttatori, sciacalli ad oltranza? Se le persone scampate alla distruzione dell’11 settembre fossero state circuite da malfattori... fossero state rassicurate con false promesse o con false informazioni sullo stato di cose generale e indirizzate su barconi non meglio identificati e portate in Europa? Come avremmo accolto i nostri fratelli Americani, vittime del terrore, privati della loro vita, dei loro affetti, delle loro certezze, dei loro sogni, delle loro speranze, dei germogli del loro futuro? Non avremmo pensato che avrebbero avuto bisogno e diritto ad un po’ di calore umano, a cercare di restare in contatto con quanto avevano lasciato in America, a ritrovare persone amiche invece che essere costretti a condividere l’esperienza con altri sfortunati ma estranei? A mangiare qualcosa che li facesse sentire un po’ a casa, visto che nel cibo c’è anche la storia di un popolo, a imparare la lingua per esternare i loro stati d’animo e i loro bisogni o per creare relazioni affettive? Non sarebbero gli stessi nostri bisogni se solo fossimo, seppure senza tragedie alle spalle, in un Paese estraneo, senza amici, senza punti di riferimento, senza capacità di comunicare? Come ci sentiremmo in quello stato? E a questo punto, cosa ci impedisce di riconoscere la stessa intima tragedia, lo stesso terrore, lo stesso vuoto esistenziale nei Fratelli che fuggono dalle guerre, dalla povertà, dal terrorismo politico cercando tra i mali quello che appare il minore, quello che appare comunque salvifico rispetto a quanto c’è intorno...? Non tenteremmo noi stessi di salvarci, di salvare i nostri figli anche a costo della nostra stessa vita se fossero in pericolo? L’istinto di sopravvivenza è nella Natura dell’Uomo ed è sacro come per ogni altro essere vivente... Ci si gioca tutto per non soccombere...e non è facile il percorso. Capisco che non sia facile nemmeno per noi, comprendere pienamente. So perfettamente che l’unico modo per conoscere davvero qualcosa è sperimentarla con al propria vita. Ma la sofferenza, la paura, la solitudine, l’incertezza per il futuro e la prepotente forza della Vita che ci scorre dentro, le conosciamo tutti e vi confesso che non sono così ansiosa di sperimentare in prima persona la guerra, o la violenza, o l’uccisione dei miei famigliari davanti ai miei stessi occhi, o l’incendio della mia casa con chi c’è dentro per cercare di capire almeno un po’ le ragioni dei profughi. Non sono curiosa di sperimentare e vorrei che nessuno dovesse sperimentare ferite così profonde e non rimarginabili... Gandhi analizzava ogni sera le azioni di violenza che aveva vissuto durante il giorno, che fossero state a carico d’altri o che riguardassero la sua persona sia come vittima che come autore. Questo gli permetteva di correggere costantemente il proprio comportamento e di riconoscere la violenza anche in quei comportamenti che magari aveva sottovalutato o gli erano sfuggiti. ...e aveva capito bene che anche l’umiliazione, la frustrazione, il non riconoscimento della propria dignità da parte d’altri erano bombe a orologeria, perchè l’animo umano ha una capienza limitata, una misura oltre la quale la ribellione esplode... Banale a dirsi, ma il primo passo dovrebbe sempre essere quello di cercare di mettersi nei panni dell’altro e accoglierlo come noi stessi vorremmo essere accolti e non nella forma, ma nella sostanza del cuore... https://ift.tt/35ar0Ts
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domenica 17 novembre 2019
sabato 16 novembre 2019
venerdì 15 novembre 2019
giovedì 14 novembre 2019
mercoledì 13 novembre 2019
Oggi SI ACCENDE LA LIBERTÀ... di Essere LIBERI
E LE MANI VERSO IL CIELO... Trasmissione ISO tra COVEGNO e..
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martedì 12 novembre 2019
lunedì 11 novembre 2019
domenica 10 novembre 2019
Fertilizzanti A Costo Zero
In cucina i fertilizzanti per le tue piantine
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sabato 9 novembre 2019
NANDO IL GALLO chissà Se CANTERÀ...
OGGI LA JACLINE È ALLE PRESE CON I TELEFONI... tra CALL CENTER CHE CHIAMANO IN CONTINUO... e CI STIAMO ARRABIANDO.
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venerdì 8 novembre 2019
giovedì 7 novembre 2019
Voglio Andare In PENSIONE... della Serie NON CE LA POSSO FARE...
... Deve passare un AMBULANZA... E DUE AUTO E UN CAMION... non La FANNO PASSARE
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Coco Dove Sta?
WWW.LETTERALMENTE.INFO entra nella CHAT DI FINESTRA LIBERA e ascolta LE VARIE NS. EMITTENTI. ED ORA CLICCA SU FOTO LOGO E BUON ASCOLTO
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mercoledì 6 novembre 2019
martedì 5 novembre 2019
Dai DEL JAZZ, OPPURE DAI DEL GIAZ (GHIACCIO)
LETTERALMENTE CULTURA... riscopriamo I VALORI DELLA NS. MUSICA... { il JAZZ.}
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lunedì 4 novembre 2019
Restituiteci i posti di lavoro che ci avete rubato
1a Puntata: Radio Pirata - la Radio nella radio presenta: Bastiàn Contrario: "RESTITUITECI I POSTI DI LAVORO CHE CI AVETE RUBATO" Ed eccomi approdata a Radio Pirata. Oggi, Bastian Contrario, reclama con lo slogan “Restituiteci i Posti di lavoro che ci avete rubato”! Da qualche anno assisto, basita, a un continuo tentativo di lanciare e rilanciare centri commerciali ed edilizia al grido “Creiamo nuovi posti di lavoro per contrastare la crisi ”Ecco: già questo è il paradosso nel paradosso: si lamenta una forte mancanza di disponibilità economica e cosa si propone? Di incentivare gli acquisti. Logica ferrea, direi. Anzi, inossidabile! Riflettendo, io mi chiedo spesso quanto poco possa essere lungimirante, sotto tutti i punti di vista, una proposta di questo genere. Ammesso che si possa spendere più di quanto si dice, che capacità di assorbimento può avere ciascun acquirente? Quante camicie può indossare una persona, quanti libri può leggere, quanti quadri può appendere? Insomma, ci sarà prima o poi una saturazione se non dell’avidità, almeno dello spazio utile di una casa? Se poi prendiamo in considerazione anche l’aspetto ecologico...beh, a me vengono i brividi: intanto CONSUMISMO. Avete mai pensato al significato di questo termine? Consumare, significa esaurire, finire qualcosa. Cosa consumiamo per ogni oggetto inutile e superfluo che acquistiamo? Materie prime, denaro e tempo. Il tempo è il nostro: quello che dedichiamo a lavorare per acquistare qualcosa che ci sembra indispensabile - anche se dovessimo sapere a priori che ne faremo uso una sola volta nella vita. Inoltre, si userà il nostro tempo per andare, scegliere e poi curare e conservare quella tal cosa, a prescindere appunto, dalla sua importanza. Se poi aggiungiamo le domeniche aperte... Che vi devo dire? Io preferisco evitare accuratamente di andare. Sarà che ricordo quanto fosse importante per me la domenica libera quando ero ragazzina, per trovarmi con tutti i miei amici per andare a ballare o a fare qualche gita, o in alternativa per stare con la famiglia quando ci si ritrovava con tutti i cugini che abitavano lontano... Ma al di là di queste nostalgie personali, davvero i negozi vendono di più? Davvero se ho bisogno di un libro, ne compero due trovando aperto anche alla domenica? Non credo proprio. Credo piuttosto che si sprecheranno più energia elettrica per illuminare, per scaldare o refrigerare a seconda dei periodi, più detersivi per effettuare una pulizia in più dei locali. E credo che molte cassiere e molti commessi preferirebbero avere almeno la libertà di scegliere se lavorare o meno la domenica. Aggiungiamo pure che, con le domeniche aperte, l’aria già così inquinata, non avrà nemmeno un giorno alla settimana per alleggerirsi un po’. Non saranno ulteriori spese mediche che graveranno sulla comunità? Riprendendo con l’aspetto urbanistico, davvero abbiamo bisogno di altri mostri di cemento e asfalto sparsi ovunque? E tutti quei capannoni dismessi e abbandonati? Se proprio servono spazi, non varrebbe la pena di rigenerare quelle strutture che rubano territorio e disturbano la vista per la loro fatiscenza? E ancora strade e rotonde e ingorghi prevedibili e dannosi per la salute? Non lo so, a me sembra tutto alla rovescia: questi posti di lavoro, che si identificano con la costruzione, l’arredamento, l’allestimento, lo stoccaggio e la vendita di beni di consumo, hanno dimostrato spesso di essere buchi nell’acqua: non è la prima volta che le strutture non arrivano ad essere concluse, o che le ditte escono con denari che non rientrano e non pagano i propri operai mettendo in difficoltà anche le loro famiglie, o che specifici magazzini aprono e chiudono nell’arco di un anno... Non è assolutamente vero che a maggior offerta risponda un maggior numero di acquirenti! Gli acquirenti sono sempre e solo quelli che più vengono dispersi nei vari punti vendite, meno introito possono apportare. E’ vero, ho parlato solo di commercio, per non dilungarmi troppo. Ma era solo per fare un esempio di una mentalità che, a mio modesto e bastian contrario parere, è ormai radicata e reiterata pur facendo acqua da tutte le parti. E se invece di commercializzare tutto o quasi, si riabilitassero e nobilitassero semplici lavori che per anni hanno dato da mangiare a tante famiglie? I bigliettai in stazione, ad esempio... Gli operatori dei centralini, anziché le voci preregistrate collegate a numerini... I custodi dei parcheggi... I portinai dei grandi palazzi... I fornitori di panini nelle scuole, anziché i distributori... I benzinai, anzichè i selfservice... Camerieri anzichè maxi tablet per ordinare i pasti in certi luoghi... E negli ospedali? E’ davvero importante che le strutture siano rivestite di marmi pregiati, che i display siano computer di gran marca, che aria condizionata e riscaldamento vadano in maniera preimpostata e estrema indipendentemente dalle reali necessità, o sarebbe cosa migliore e più umana sia per i pazienti che per lo staff, se venissero assunti più operatori, se i turni fossero più umani e se il numero di persone da accudire fosse sostenibile? E se tornassero ovunque i magazzinieri, anziché robottini che si aggirano a costo quasi zero per preparare gli ordini di certe aziende che vendono online? Quanti lavori sono stati sostituiti dalla robotica e dall’elettronica? Non ci sono più disoccupati di un tempo, a mio parere: ci sono solo troppi posto occupati a costo quasi zero dai macchinari. Ho lavorato in una ditta tessile, anni fa. Ciascuna tessitrice accudiva una delle 10 batteria di 12 telai funzionanti 24 ore su 24. Quanto sarà costato ciascun telaio? Quanti metri di stoffa saranno stati prodotti per ammortizzare il loro costo? E quanti per coprire le spese elettriche del funzionamento? Quante operaie avrebbero potuto fare un lavoro più pregiato, più umano meno assordante se si fossero usati telai manuali o almeno semiautomatici? Ma al giorno d’oggi si da da lavorare alle macchine. E quando si parla di piccole attività, si sentono dire spesso cose piuttosto crude e di scarsa insensibilità del tipo “Se non ci sta dentro, è giusto che chiuda.” Ah si? Perché, secondo voi, un negozietto ha lo stesso potere di trattativa di una grande catena, o la ditta a conduzione familiare ha le risorse per poter competere con personaggi che di mestiere fanno gli azionisti? Ogni volta che decidiamo dove spendere anche un solo euro, pensiamo a queste cose. Scegliamo le persone e non le macchine: così facendo potremo poco a poco cambiare le cose e avremo il privilegio di regalare o ricevere un sorriso, sentendoci più belli e più ricchi dentro. https://ift.tt/33itdeU
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domenica 3 novembre 2019
Il Basilico No! Non l avevo considerato...
Morte del basilico vita del rosmarino how to.
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sabato 2 novembre 2019
LetteralMENTE Radio VENETO presenta: 2a p.te Helga Schneider alla Feltrinelli di Verona 23 ottobre 2019
si ringrazia Gabriele Barbi www.yastaradio.com www.radiorcs.it www.miniradioam.it > Radio Pirata
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